La storia del Budda #4 – Il Sutra del Loto

(Capitoli precedenti) Gli insegnamenti di Shakyamuni sono registrati in un enorme corpus di testi, noti come sutra. Il modo in cui la filosofia del Buddismo viene presentata all’interno dei sutra è estremamente variegato, e rispecchia il fatto che Shakyamuni, invece di esporre la propria filosofia in maniera sistematica, preferì diffondere il suo insegnamento sotto forma di dialogo. I sutra vennero redatti negli anni successivi alla morte di Shakyamuni e si pensa che il Sutra del Loto sia stato composto tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo.
Il Sutra del Loto è stato probabilmente scritto in pali, e poi tradotto in sanscrito per dargli maggiore dignità letteraria, e in questa lingua è noto come il Saddharma-pundarika-sutra (“Sutra del Loto della Legge meravigliosa”). Il Sutra del Loto fu tradotto dal sanscrito al cinese nel 406 d.C. dal monaco Kumarajiva, il quale conosceva alla perfezione numerose lingue e commentava quotidianamente la traduzione con i suoi collaboratori, limandolo e perfezionandolo in una sorta di lavoro collettivo. La sua traduzione del Sutra del Loto è considerata la migliore, e si compone di otto volumi e ventotto capitoli. Molti studiosi di Buddismo considerano questa opera come il sutra che realizza lo scopo dell’apparizione di Shakyamuni in questo mondo. In particolare:
1) dichiara che tutti gli esseri viventi possiedono la natura di Budda, perciò tutti possono raggiungere l’Illuminazione;
2) chiarisce che il Budda non esiste in qualche luogo speciale e non è un essere soprannaturale;
3) dimostra che la natura essenziale della vita esiste continuamente attraverso passato, presente e futuro;
4) dichiara che non esistono categorie di persone che non possono ottenere la Buddità: negli insegnamenti precedenti le donne, per esempio, o i pratyekabudda (gli intellettuali, affetti da egoismo) non potevano ottenerla.
In questo sutra, inoltre, Shakya­muni dimostra di aver realmente raggiunto l’Illuminazione nell’infinito passato, e non nella sua attuale esistenza come era stato supposto dai suoi seguaci.
L’esempio concreto della sua stessa vita illustra il fatto che ottenere l’Illuminazione non significa trasformarsi o diventare qualcosa che non si è. Al contrario, significa rivelare lo stato innato, “naturale” che già esiste interiormente. Come ha scritto Daisaku Ikeda il Sutra del Loto è in definitiva una lezione di empowerment: «Ci insegna che l’intima decisione di un individuo può trasformare ogni cosa; conferisce espressione definitiva all’infinito potenziale e alla dignità innati in ogni vita umana».
(continua) [via]

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