Archivio mensile:febbraio 2008

Willy De Ville – Pistola (2008)

In trenta anni di carriera, Willy De Ville ha inciso 15 album (antologie escluse), e dopo quattro anni da “Crow Jane Alley” incide questo lavoro “Pistola” (chissà perché in italiano) confermando ancora una volta il suo personale stile musicale.
L’album anche se con qualche discontinuità, e quindi imperfetto, conserva lo spirito del musicista misterioso, enigmatico e sorprendente.
De Ville, pirata metropolitano non solo nella fisicità ma soprattutto nella sua musica, “rapisce” i generi più diversi che sono il blues, il rhythm & blues, il cajun, il rock’n ‘roll e li mischia allo stesso tempo con il soul e il sound gitano, sonorità che indiscutibilmente gli appartengono e che sono diventate il suo marchio di fabbrica.
I dieci brani che compongono l’album anche se tra loro eterogenei, sono legati da un filo conduttore che è: la sua profonda voce e l’ arrangiamento geniale, entrambi dimostrazione della sua grande personalità.
Willy a cinquantatre anni continua a fare grande musica e anche se non raggiunge gli alti livelli sonori di “Backstreet of Desire” (1993) e di
“Miracle” (1987), riesce comunque a inventarsi grandi ballate, a rileggere classici brani del passato, a fare un bel disco di rock e blues, musica latina e gospel, sempre creativo e originale. 3,5/5

Willy De Ville – Pistola (2008)

In trenta anni di carriera, Willy De Ville ha inciso 15 album (antologie escluse), e dopo quattro anni da “Crow Jane Alley” incide questo lavoro “Pistola” (chissà perché in italiano) confermando ancora una volta il suo personale stile musicale.
L’album anche se con qualche discontinuità, e quindi imperfetto, conserva lo spirito del musicista misterioso, enigmatico e sorprendente.
De Ville, pirata metropolitano non solo nella fisicità ma soprattutto nella sua musica, “rapisce” i generi più diversi che sono il blues, il rhythm & blues, il cajun, il rock’n ‘roll e li mischia allo stesso tempo con il soul e il sound gitano, sonorità che indiscutibilmente gli appartengono e che sono diventate il suo marchio di fabbrica.
I dieci brani che compongono l’album anche se tra loro eterogenei, sono legati da un filo conduttore che è: la sua profonda voce e l’ arrangiamento geniale, entrambi dimostrazione della sua grande personalità.
Willy a cinquantatre anni continua a fare grande musica e anche se non raggiunge gli alti livelli sonori di “Backstreet of Desire” (1993) e di
“Miracle” (1987), riesce comunque a inventarsi grandi ballate, a rileggere classici brani del passato, a fare un bel disco di rock e blues, musica latina e gospel, sempre creativo e originale. 3,5/5

Willy De Ville – Pistola (2008)

In trenta anni di carriera, Willy De Ville ha inciso 15 album (antologie escluse), e dopo quattro anni da “Crow Jane Alley” incide questo lavoro “Pistola” (chissà perché in italiano) confermando ancora una volta il suo personale stile musicale.
L’album anche se con qualche discontinuità, e quindi imperfetto, conserva lo spirito del musicista misterioso, enigmatico e sorprendente.
De Ville, pirata metropolitano non solo nella fisicità ma soprattutto nella sua musica, “rapisce” i generi più diversi che sono il blues, il rhythm & blues, il cajun, il rock’n ‘roll e li mischia allo stesso tempo con il soul e il sound gitano, sonorità che indiscutibilmente gli appartengono e che sono diventate il suo marchio di fabbrica.
I dieci brani che compongono l’album anche se tra loro eterogenei, sono legati da un filo conduttore che è: la sua profonda voce e l’ arrangiamento geniale, entrambi dimostrazione della sua grande personalità.
Willy a cinquantasette anni continua a fare grande musica e anche se non raggiunge gli alti livelli sonori di “Backstreet of Desire” (1993) e di
“Miracle” (1987), riesce comunque a inventarsi grandi ballate, a rileggere classici brani del passato, a fare un bel disco di rock e blues, musica latina e gospel, sempre creativo e originale. 3,5/5

Willy De Ville – Pistola (2008)

In trenta anni di carriera, Willy De Ville ha inciso 15 album (antologie escluse), e dopo quattro anni da “Crow Jane Alley” incide questo lavoro “Pistola” (chissà perché in italiano) confermando ancora una volta il suo personale stile musicale.
L’album anche se con qualche discontinuità, e quindi imperfetto, conserva lo spirito del musicista misterioso, enigmatico e sorprendente.
De Ville, pirata metropolitano non solo nella fisicità ma soprattutto nella sua musica, “rapisce” i generi più diversi che sono il blues, il rhythm & blues, il cajun, il rock’n ‘roll e li mischia allo stesso tempo con il soul e il sound gitano, sonorità che indiscutibilmente gli appartengono e che sono diventate il suo marchio di fabbrica.
I dieci brani che compongono l’album anche se tra loro eterogenei, sono legati da un filo conduttore che è: la sua profonda voce e l’ arrangiamento geniale, entrambi dimostrazione della sua grande personalità.
Willy a cinquantasette anni continua a fare grande musica e anche se non raggiunge gli alti livelli sonori di “Backstreet of Desire” (1993) e di
“Miracle” (1987), riesce comunque a inventarsi grandi ballate, a rileggere classici brani del passato, a fare un bel disco di rock e blues, musica latina e gospel, sempre creativo e originale.
3,5/5

Anton Gaudì

La bellezza è lo splendore della verità. L’arte è bellezza, quindi senza verità non c’è arte. Per conoscerla bisogna guardare al creato. Anton Gaudì

Anton Gaudì

La bellezza è lo splendore della verità. L’arte è bellezza, quindi senza verità non c’è arte. Per conoscerla bisogna guardare al creato. Anton Gaudì

Anton Gaudì

La bellezza è lo splendore della verità. L’arte è bellezza, quindi senza verità non c’è arte. Per conoscerla bisogna guardare al creato. Anton Gaudì

Impermanenza

Niente rimane uguale per due momenti consecutivi. Eraclito sosteneva che non possiamo mai bagnarci due volte nello stesso fiume. Confucio, osservando la corrente, disse: “Scorre incessantemente, giorno e notte”. Il Budda ci ha esortato a non limitarci a parlare dell’impermanenza, ma ad usarla come strumento per aiutarci a penetrare profondamente nella realtà e ottenere una visione interiore liberatoria. Potremmo essere tentati di dire che la sofferenza esiste perché le cose sono impermanenti.
Ma il Budda ci ha incoraggiato a dare un ulteriore sguardo. Senza l’impermanenza la vita non sarebbe possibile. Come potremmo trasformare le nostre sofferenze se le cose non fossero mutevoli? Come potrebbe tua figlia trasformarsi in una splendida, giovane donna? Come potrebbero migliorare le condizioni del mondo? Abbiamo bisogno della mutevolezza perché ci sia giustizia sociale e speranza.

Se tu soffri, non è perché le cose sono impermanenti. Soffri perché credi che le cose siano durevoli. Se muore un fiore, tu non soffri molto, perché capisci che i fiori sono impermanenti, ma non riesci ad accettare l’impermanenza della tua amata, e soffri profondamente quando lei ti lascia.
Se guardi a fondo dentro all’impermanenza, farai del tuo meglio per renderla felice proprio ora, in questo momento. Consapevole dell’impermanenza, diventi positivo, amorevole e saggio. Impermanenza significa “buone nuove”. Senza impermanenza, nulla sarebbe possibile. Con l’impermanenza, ogni porta è lasciata aperta per il cambiamento.
L’impermanenza è uno strumento per la nostra liberazione. (Thich Nhat Hanh)

Impermanenza

Niente rimane uguale per due momenti consecutivi. Eraclito sosteneva che non possiamo mai bagnarci due volte nello stesso fiume. Confucio, osservando la corrente, disse: “Scorre incessantemente, giorno e notte”. Il Budda ci ha esortato a non limitarci a parlare dell’impermanenza, ma ad usarla come strumento per aiutarci a penetrare profondamente nella realtà e ottenere una visione interiore liberatoria. Potremmo essere tentati di dire che la sofferenza esiste perché le cose sono impermanenti.
Ma il Budda ci ha incoraggiato a dare un ulteriore sguardo. Senza l’impermanenza la vita non sarebbe possibile. Come potremmo trasformare le nostre sofferenze se le cose non fossero mutevoli? Come potrebbe tua figlia trasformarsi in una splendida, giovane donna? Come potrebbero migliorare le condizioni del mondo? Abbiamo bisogno della mutevolezza perché ci sia giustizia sociale e speranza.

Se tu soffri, non è perché le cose sono impermanenti. Soffri perché credi che le cose siano durevoli. Se muore un fiore, tu non soffri molto, perché capisci che i fiori sono impermanenti, ma non riesci ad accettare l’impermanenza della tua amata, e soffri profondamente quando lei ti lascia.
Se guardi a fondo dentro all’impermanenza, farai del tuo meglio per renderla felice proprio ora, in questo momento. Consapevole dell’impermanenza, diventi positivo, amorevole e saggio. Impermanenza significa “buone nuove”. Senza impermanenza, nulla sarebbe possibile. Con l’impermanenza, ogni porta è lasciata aperta per il cambiamento.
L’impermanenza è uno strumento per la nostra liberazione. (Thich Nhat Hanh)

Impermanenza

Niente rimane uguale per due momenti consecutivi. Eraclito sosteneva che non possiamo mai bagnarci due volte nello stesso fiume. Confucio, osservando la corrente, disse: “Scorre incessantemente, giorno e notte”. Il Budda ci ha esortato a non limitarci a parlare dell’impermanenza, ma ad usarla come strumento per aiutarci a penetrare profondamente nella realtà e ottenere una visione interiore liberatoria. Potremmo essere tentati di dire che la sofferenza esiste perché le cose sono impermanenti.
Ma il Budda ci ha incoraggiato a dare un ulteriore sguardo. Senza l’impermanenza la vita non sarebbe possibile. Come potremmo trasformare le nostre sofferenze se le cose non fossero mutevoli? Come potrebbe tua figlia trasformarsi in una splendida, giovane donna? Come potrebbero migliorare le condizioni del mondo? Abbiamo bisogno della mutevolezza perché ci sia giustizia sociale e speranza.

Se tu soffri, non è perché le cose sono impermanenti. Soffri perché credi che le cose siano durevoli. Se muore un fiore, tu non soffri molto, perché capisci che i fiori sono impermanenti, ma non riesci ad accettare l’impermanenza della tua amata, e soffri profondamente quando lei ti lascia.
Se guardi a fondo dentro all’impermanenza, farai del tuo meglio per renderla felice proprio ora, in questo momento. Consapevole dell’impermanenza, diventi positivo, amorevole e saggio. Impermanenza significa “buone nuove”. Senza impermanenza, nulla sarebbe possibile. Con l’impermanenza, ogni porta è lasciata aperta per il cambiamento.
L’impermanenza è uno strumento per la nostra liberazione. (Thich Nhat Hanh)

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Le foto di Markham Johnson